I Monasteri Benedettini
A soli 15 km da Jenne è possibile fare un’escursione ai MONASTERI BENEDETTINI di SUBIACO. Luogo incontaminato di pace, fede ed immerso in una beltà naturale unica nel suo genere.
La storia racconta che San Benedetto fondò nella valle sublacense dodici cenobi, abitati da altrettanti monaci. Egli andò a vivere in un luogo poco distante, situato nella villa neroniana, posta sulla riva destra dell’Aniene: questo fu il primo monastero, che si chiamò “San Clemente”.
San Benedetto dedicò a papa Silvestro un altro monastero, che più tardi si chiamerà “Santa Scolastica”. Nel IX secolo fu distrutto dai Saraceni: papa Gregorio IV lo riedificò, Leone IV lo completò e Benedetto VII lo consacrò col nome di San Benedetto e Santa Scolastica.
Nel X secolo, sotto l’abate Leone III, fu costruita una grande e nuova chiesa in stile romanico. Nel secolo XI l’abate francese Umberto edificò il campanile, il dormitorio dei monaci, una sala comune riscaldata e una parte del chiostro con colonne di marmo. Successivamente Giovanni V, considerato l’abate più grande tra tutti gli abati di Subiaco, dotò il monastero di altri locali, che divennero ancora più numerosi sotto l’abate Romano. In questo periodo prese vita il monastero di San Benedetto, ad opera del Beato Palombo che chiese a Romano il permesso di dimorare, come eremita, presso la “sacra grotta”; altri si avvicinarono a lui e, alla fine del XII secolo, si impiantò il primo cenobio, con un priore dipendente dall’abate della sottostante abbazia.
Vi furono, quindi, due monasteri e un’unica comunità (salvo l’interruzione dal 1739 al 1853), che i papi seguirono con grande cura, li beneficarono generosamente e spesso in essi soggiornarono. Tra questi ricordiamo Innocenzo III, Gregorio IX e Alessandro IV. In seguito ad un fatto increscioso, gli abati furono eletti dalla Curia romana: non sempre ciò fu conveniente, tanto che i monaci diminuirono di numero e tra essi vi furono molti nobili, figli cadetti, obbligati ad entrare in monastero e, perciò, insofferenti.
Nel 1363 fu eletto abate Bartolomeo III, di Siena, che, non riuscendo a ridurre a disciplina i monaci, espulse quelli più indocili e invitò altri, di nazioni diverse, a venire a Subiaco. I Tedeschi accorsero e dal 1364 ai primi decenni del 1500 a Subiaco ci fu una comunità europea. Tra il XIV e il XV secolo l’abbazia fu intitolata a Santa Scolastica e il monastero dello Speco si chiamò “San Benedetto”.
Tra i monaci tedeschi arrivarono anche due chierici tipografi Corrado Sweynheym e Arnoldo Pannartz, che, nel 1464, introdussero l’arte della stampa. Nel 1456 nei monasteri di Subiaco fu disposto l’istituto della Commenda; sui monaci, cioè, doveva vigilare un ecclesiastico di nomina pontificia.