Il santuario della S.S. Trinità

Il Santuario della Santissima Trinità è situato al confine tra Lazio e Abruzzo, a 1373 metri di altezza nel comune di Vallepietra. Così, oltre ad essere il santuario più alto del Lazio, la sua posizione è davvero spettacolare e affascinate. Si trova, infatti, su un ripiano posto sotto una parete di roccia alta 300 metri denominato Colle della Tagliata che raggiunge, nel punto più alto, i 1.654 metri di altitudine.

 

Il Santuario della SS. Trinità si trova nel cuore del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, nella valle in cui nasce il Simbrivio, affluente dell’Aniene. Per giungere al santuario, specie per chi proviene da Roma o da Latina il percorso può risultare alquanto lungo a causa della tortuosità della strada che sale al santuario. Tuttavia, una volta giunti sul posto,  tutto l’ambiente circostante saprà ripagare di tutto lo sforzo fatto.

La strada che sale da Vallepietra al Santuario della Santissima Trinità è stata asfaltata da tempo ma rimane chiusa nel periodo autunnale e invernale.

Non appena arrivati nel piazzale del santuario, potremmo ammirare diversi punti di devozione, tra cui la chiesetta Santuario della SS. Trinità, la Cappella del Crocefisso, La Cappellina di Sant’Anna e quella di San Giuseppe, restaurata per l’Adorazione Eucaristica. I pellegrini, attraverso un percorso obbligatorio, potranno trovare oggetti di culto e documenti inerenti la storia del Santuario della Santissima Trinità.

 

 

Le origini

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Poche e non sempre attendibili o chiare sono le origini del Santuario della Santissima Trinità. Una leggenda della tradizione locale narra che un contadino, mentre arava i campi della Tagliata, vide i buoi improvvisamente fuggire e precipitare lungo la rupe del Colle della Tagliata. Miracolosamente sia l’aratro che i buoi rimasero aggrappati alla roccia a metà altezza. Il pastore giunto sul ripiano del santuario con sua grande meraviglia e felicità ritrovò i buoi vivi e incolumi che adoravano l’immagine della Trinità dipinta nella grotta.

 

Alcuni studiosi ritengono che il Santuario sia sorto su un antico tempietto pagano. In tempi passati si era ipotizzato che che il Santuario fosse stato realizzato dai monaci Benedettini di Subiaco a da Monaci Basiliani che si rifugiarono nella grotta e lì avrebbero eseguito l’affresco della Trinità. L’ipotesi più accredita circa la sua fondazione è quella che vede come fondatore del Santuario San Domenico di Sora o di Cocullo, (nel 1031). Tale affermazione è avallata anche dalla biografia del Santo, scritta da un suo discepolo.

La chiesetta del santuario

La bellezza del Santuario della Santissima Trinità risiede principalmente nello straordinario affresco all’interno della piccola chiesetta. Molto venerato da un numero sempre maggiore di pellegrini che ogni anno la visitano, raffigura proprio la Trinità. Si tratta di un antichissimo e preziosissimo affresco che risale al XI secolo. Questo è stato eseguito su un intonaco particolare che presenta filamenti di paglia e fiori. Sono rappresentate le “Tre Persone” solennemente sedute, ciascuna con un libro aperto, sorretto dalla mano sinistra e benedicenti alla maniera Greca, ovvero con il pollice e l’anulare della mano desta aperti.

Ad ogni modo, ciò che fa del Santuario della Santissima Trinità un luogo di culto da visitare è sicuramente il connubio che c’è tra storia, natura e arte che, specie nei pressi della chiesetta completamente incastonata nella roccia, si manifesta in tutta la sua bellezza e suggestione.

Quindi visitare il Santuario è come immergersi in un’atmosfera mistica e sacra, purtroppo in parte deturpata dalle fin troppe attività commerciali e dal moderno altare coperto, ma che non hanno eliminato del tutto il fascino di uno dei più bei luoghi di culto del Lazio e del centro Italia.

Il “Pianto delle Zitelle”

Oltre ai pellegrinaggi che ogni anno si svolgono verso il Santuario della Santissima Trinità, una manifestazione a cui consigliamo di assistere è quella che si organizza all’alba della festa della Trinità ed è chiamata “Il Pianto delle Zitelle”. Durante la festa,  giovani donne di Vallepietra, vestite di bianco, piangono il Cristo morto, rievocando le scene della passione con struggente intensità.

 

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